Venerdì, organizzo la serata..
Io: “andiamo a cena, un posto molto piccolo e particolare, c’è ancora il bancone di un vecchio bar, ma si mangia benissimo il pesce”,
Lui: “ok passo per le 20.30”
Io: “ricordami di togliere il cazzo dalla macchina, non sarebbe carino se saltasse fuori lunedì durante la revisione” (cazzo di vetro, fregato in un ristorante, non pensate male)
A pochi passi dal ristorante aggiungo “ah.. mi toccherà fare un po’ di show stasera”, “in che senso??”, “vedrai..”
Conosco i proprietari, da una vita (anche se loro non mi riconoscono mai), e sapevo che avremmo concluso la serata a ridere e bere mirto.
Veniamo accolti dal proprietario, un signore milanese sulla sessantina, a cui piace fare il piacione con le donne, e che ovviamente non mi riconosce (anche perché l’ultima volta che mi ha vista ero bionda e riccia). So diverse cose su di lui, e inizio a stuzzicarlo, dandogli tranquillamente del tu. Lui rimane un po’ perplesso e il mio accompagnatore anche.
Ordiniamo una serie di antipasti ed un buon vinello bianco, fermo. Ah vi avevo detto che il mio accompagnatore è quasi astemio? Beh a fine serata il vinello me lo sono spazzolato tutto! Ordiniamo il secondo, e facciamo tante belle chiacchiere.
A metà serata entrano due tizi, uno mi fissa insistentemente, io non capisco e lo guardo malissimo. C’è un perché, ma ve lo spiego dopo.
Nel frattempo rivelo al proprietario chi sono, “quando ero piccola, in sardegna mi facevi fare i giri sul tuo motoscafo” “oh signur, ti ho vista crescere” partono gli abbracci e i pettegolezzi. Nel frattempo arriva anche il figlio del proprietario, altrettanto piacione, ci prendiamo un po’ in giro.
Fragole con cognac e panna, e poi giro mirto con sigaretta in veranda. Io adoro quei momenti, quando sei un po’ brillo, esci a fumare, e in questo caso c’era una comodissima veranda coi tavoli, ti siedi accanto a gente sconosciuta e inizi a parlare..
Mi siedo accanto al figlio del proprietario, ci sono altre persone, uno mi fa vedere delle foto, uno mi fissa, è il tizio di prima. Lo guardo e mi dice “Ciao Sara”… panico.. so di avere una memoria visiva che si resetta dopo tre minuti, potrebbe essere chiunque e io l’ho guardato malissimo tutta la sera.
Mi si stampa sulla faccia un grande, anzi grandissimo, punto di domanda, il tizio ride.. “ti chiami come il mio cane, per questo mi ricordo il tuo nome..”, resto perplessa, però un lieve ricordo inizia ad affiorare. “Era giugno, eravamo qui, e tu davi da mangiare di nascosto al mio cane.. e io facevo finta di non vedere, poi ci siamo presentati.. abiti in zona c…, mi ricordo anche come eri vestita..” “che memoria” balbetto io.. e intanto penso che sia ora di tornare dal mio accompagnatore.
Facciamo altre parole tutti insieme, in veranda, il proprietario ci invita a tornare con mio padre, il figlio del proprietario ci invita in vacanza.. in Guatemala, mi pare.
Che serata, mi son divertita, ho anche guidato la macchina col cambio automatico, che mi ero sempre rifiutata di guidare.. eh eh eh.. da sbronza guido meglio.. e tu, che mi hai fatto guidare.. sei impazzito!
Io: “andiamo a cena, un posto molto piccolo e particolare, c’è ancora il bancone di un vecchio bar, ma si mangia benissimo il pesce”,
Lui: “ok passo per le 20.30”
Io: “ricordami di togliere il cazzo dalla macchina, non sarebbe carino se saltasse fuori lunedì durante la revisione” (cazzo di vetro, fregato in un ristorante, non pensate male)
A pochi passi dal ristorante aggiungo “ah.. mi toccherà fare un po’ di show stasera”, “in che senso??”, “vedrai..”
Conosco i proprietari, da una vita (anche se loro non mi riconoscono mai), e sapevo che avremmo concluso la serata a ridere e bere mirto.
Veniamo accolti dal proprietario, un signore milanese sulla sessantina, a cui piace fare il piacione con le donne, e che ovviamente non mi riconosce (anche perché l’ultima volta che mi ha vista ero bionda e riccia). So diverse cose su di lui, e inizio a stuzzicarlo, dandogli tranquillamente del tu. Lui rimane un po’ perplesso e il mio accompagnatore anche.
Ordiniamo una serie di antipasti ed un buon vinello bianco, fermo. Ah vi avevo detto che il mio accompagnatore è quasi astemio? Beh a fine serata il vinello me lo sono spazzolato tutto! Ordiniamo il secondo, e facciamo tante belle chiacchiere.
A metà serata entrano due tizi, uno mi fissa insistentemente, io non capisco e lo guardo malissimo. C’è un perché, ma ve lo spiego dopo.
Nel frattempo rivelo al proprietario chi sono, “quando ero piccola, in sardegna mi facevi fare i giri sul tuo motoscafo” “oh signur, ti ho vista crescere” partono gli abbracci e i pettegolezzi. Nel frattempo arriva anche il figlio del proprietario, altrettanto piacione, ci prendiamo un po’ in giro.
Fragole con cognac e panna, e poi giro mirto con sigaretta in veranda. Io adoro quei momenti, quando sei un po’ brillo, esci a fumare, e in questo caso c’era una comodissima veranda coi tavoli, ti siedi accanto a gente sconosciuta e inizi a parlare..
Mi siedo accanto al figlio del proprietario, ci sono altre persone, uno mi fa vedere delle foto, uno mi fissa, è il tizio di prima. Lo guardo e mi dice “Ciao Sara”… panico.. so di avere una memoria visiva che si resetta dopo tre minuti, potrebbe essere chiunque e io l’ho guardato malissimo tutta la sera.
Mi si stampa sulla faccia un grande, anzi grandissimo, punto di domanda, il tizio ride.. “ti chiami come il mio cane, per questo mi ricordo il tuo nome..”, resto perplessa, però un lieve ricordo inizia ad affiorare. “Era giugno, eravamo qui, e tu davi da mangiare di nascosto al mio cane.. e io facevo finta di non vedere, poi ci siamo presentati.. abiti in zona c…, mi ricordo anche come eri vestita..” “che memoria” balbetto io.. e intanto penso che sia ora di tornare dal mio accompagnatore.
Facciamo altre parole tutti insieme, in veranda, il proprietario ci invita a tornare con mio padre, il figlio del proprietario ci invita in vacanza.. in Guatemala, mi pare.
Che serata, mi son divertita, ho anche guidato la macchina col cambio automatico, che mi ero sempre rifiutata di guidare.. eh eh eh.. da sbronza guido meglio.. e tu, che mi hai fatto guidare.. sei impazzito!
4 commenti:
Cioè quindi ha il cane che si chiama Sara?
Bella frase per rompere il ghiaccio, me la devo annotare...
Saluti,
L.
Ad esser generosi, potrebbe essere un punticino in più per il tuo score questa nuova tecnica..
Ciao L., ora ti vengo a trovare..
Va ben ti aspetto...per il punticino però facciamo così:" la uso e se va a buon fine allora mi do il punticino".
Ciao,
L.
In effetti è stata una serata molto piacevole... Mangiato bene e chiacchierato tanto, persino io, con persone che non conoscevo...
Sarà stato l'effetto dei due (2) bicchieri di vino che ho bevuto... più il mirto alla fine... Mai bevuto così tanto!
L'invito per le ferie era in Ecuador... ma credo solo per te... senza secondi fini ovviamente ;-)
E alla fine cazzo hai insistito per guidare tu, e io pirla mi sono lasciato convincere... Comunque si, da sbronza guidi meglio, sei riuscita anche a parcheggiare!
Comunque si, sono impazzito... :-)
Serata quasi perfetta... conclusa a ridere come due cretini con un cazzo in mano (di vetro, cosa avete capito) e il mirto sulle mie scarpe...
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