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Vi parlo un po' di me..

La mia foto
Vivo in un mondo tutto mio, perennemente in bilico fra sogno e realtà. Non seguo regole convenzionali, ma solo quelle dettate dal mio cuore. Adoro i miei amici. Temo la razionalità, specialmente quando soffoca la magia. Amo bere, mangiare, dormire, ascoltare musica (non sempre in questo ordine). Sono piena di contraddizioni. Ho paura della solitudine. Non mi interessa apparire e non mi importa cosa pensa di me chi non mi conosce. Non giudico e non sopporto chi lo fa. Sono diffidente, ma se mi fido.. mi fido. Ho provato un vuoto incolmabile ed un amore tanto profondo che ha rivoluzionato la scala dei miei sentimenti. Sono attratta dalle stranezze e dalle differenze. Cerco di vivere il più possibile, ma a volte mi prendo delle lunghe pause. Mi piacciono i capelli spettinati, le persone passionali e un po’ folli. Sono pigra, dolce, un po’ matta e sempre alla ricerca di un po' di equilibrio, ma soprattutto del grande amore.

sabato 9 giugno 2007

Ah.. sì...

Proprio un bel periodo..
Ieri era il compleanno del mio babbo, l'ho portato a cena, lui e la sua morosa. Si è mangiato bene e io mi son sbronzata. Voi direte, ma come fai a sbronzarti anche quando sei fuori con tuo padre? Boh, che ne so, e poi non ho neanche bevuto tanto. Vabbè, faccio un po' di show e riporto a casa l'allegra famiglia.
Poi, sapete come va, l'aria della notte, la sbronza.. insomma decido di andare a fare un giro da sola, ovviamente. Sono in tangenziale e la macchina inizia a sbandare, faccio un destra/sinistra un paio di volte finchè non riprendo il controllo dell'auto e rallento. Cazzo ero così sbronza che non mi sono neanche spaventata.
Lo so, cogliona.

giovedì 7 giugno 2007

15/16 giugno a Monluè



Cari amici,
dove potremmo passare le nostre serate di giugno se non a Monluè?
Il sud sud festival, in genere, è molto divertente e questa volta ho deciso di iscrivermi pure al laboratorio di pizzica.
Vi aspetto là.
Baci
Sara

Ps ricordate l’autan.. :) e invitate chi volete








Venerdì 15 giugno
Canto Antico - Silvana Licursi pizzica-pizzica, canti del Sud Italia e canti della tradizione arberesh
Canto Antico ci racconta storie del Sud attraverso il ritmo ipnotico della pizzica, il fuoco delle tammurriate, il fascino malinconico dei canti alla stisa.

Sabato 16 giugno
Pino Zimba & Zimbaria Pizziche salentine
Pino Zimba, vale a dire il ritmo travolgente del tamburello e l'evoluzione strumentale nella pizzica del Salento. Figlio di Ciccio Mighali, contadino di Aradeo (Le), suonatore di tamburello "morsicato" dalla taranta. Fino a quattro anni fa ha espresso il meglio della sua abilità nel gruppo salentino "Officina Zoè" partecipando a numerosi convegni e rassegne di musica etnica in Italia e all'estero.

Laboratorio di Pizzica-pizzica e Danza scherma [ore 17.30-19.30 - euro 20,00]a cura di Pino ZimbaLa pizzica pizzica, che fa parte della più ampia famiglia della tarantella, è la danza della festa in Salento, generalmente ballata da un uomo e una donna (ma anche da due uomini o due donne) essa veniva eseguita in occasione di battesimi, matrimoni, raccolta del grano, vendemmia, etc. Attraverso la memoria orale è giunta fino ai giorni nostri e attualmente sta vivendo una stagione di fama ed enorme diffusione a livello nazionale, con tutte le trasformazioni dell’apparato coreutico-musicale tradizionale che ovviamente ne conseguono.Il senso profondo della pizzica si manifesta ancora nella ronda, cioè nel cerchio di suonatori e spettatori che descrivono il perimetro della danza, creando lo spazio sociale per il rituale collettivo.Nel corso del laboratorio verrà affrontato anche il tema della scherma, rituale di sfida e d’onore che trovava l’espressione più compiuta la notte del 15 agosto a Torrepaduli, in Salento.

martedì 5 giugno 2007

Piccolo cinema onirico 2 - Corti

PARTE PRIMA
Sono in camera, affacciata alla finestra, il cielo è viola e pieno di stelle, uno spettacolo. C’è qualcuno in camera con me, una presenza maschile. Non me ne curo, resto alla finestra. Guardo attentamente fuori, poi nel silenzio un particolare attrae la mia attenzione, beh, particolare.. un disco volante sta atterrando proprio a qualche isolato da casa mia. Non è tanto grande, il diametro sarà circa 10 metri. Cerco di farlo vedere alla persona che sta con me, ma ormai è atterrato fra le case, e non si vede più. Però riusciamo a scorgere l’enorme spiegamento di polizia, esercito, aggeggi, robot e tutto quello che si possa immaginare, nei pressi dell’atterraggio. Ci spostiamo in terrazza. Di fronte a noi una strada, la spiaggia e poi il mare. Il disco si alza da una via laterale, lo vediamo esitare a prender quota. Sul mare ci sono navi e barche di ogni tipo, dall’esercito ai curiosi. Il disco fa un paio di piroette e cade in mare. Esplode. Lo scoppio provoca una specie di onda d’urto che fa esplodere tutte le navi/barche che trova nelle vicinanze e, arrivato in riva, fa scoppiare tutte le macchine parcheggiate sotto la nostra casa.
Davanti a questo orribile spettacolo, mi esce questa frase, ricca di umanità. “Per fortuna che avevo parcheggiato dietro..!!”

PARTE SECONDA
Sono in cucina e sto facendo zapping, il programma comico, di cui ora non ricordo il titolo, tanto ammirato da tutti è troppo trash per i miei gusti, sugli altri canali non c’è nulla di interessante. Sono strana, dentro di me ho quella serenità che si può provare solo qualche volta, quando si è molto giovani. Decido di disegnare, ho tanti fogli davanti, il soggetto è sempre lo stesso, il viso ed il corpo di una donna a metà, il lato destro. C’è sempre qualcosa che non va, così mi rifaccio il disegno più volte, finché non termino i fogli. Trovo una rivista sul tavolo, penso che sia da buttare, la sfoglio distrattamente e poi noto la foto “cazzo, stavo per buttare la rivista con l’articolo e la foto di Raffa”.
Mia madre gira per casa impegnata con alcune faccende domestiche, io riprendo a fare zapping, e penso a quanto sia bello alzarsi la mattina alle 8, fare colazione e andare in ufficio con Raffa. Porta Romana mi mette tranquillità, e ho dentro quella felicità di chi ama il suo piccolo quotidiano e ne apprezza con gioia ogni singolo momento.
Arriva Raffa, dicendo che il programma comico fa schifo, scambia qualche battuta con mia madre (c’è intesa fra quei due) e poi viene da me. “Andiamo a dormire?” gli dico, e lui “Certo, però prima ci facciamo una bombetta..” si zittisce, si tappa la bocca con l’espressione da supertoast, di chi sa di aver detto una cazzata troppo ad alta voce. Ci giriamo verso mia madre, che ci guarda con un’espressione finto seria. Mi sorride, e si mette a raccontare quello che era accaduto quella mattina. “Sai Raffa, stamattina Sara aveva la febbre, e non si voleva alzare per prendere la medicina, così per svegliarla le ho promesso un bel pranzettino. Allora lei nel dormiveglia mi ha detto -la pappa sì, ma la medicina no.. magari una cannetta..-” Risata generale. “fate i bravi” aggiunge.
Raffa mi propone uno spuntino, mentre sto cercando il barattolo di nutella, vedo alla tele la pubblicità di una trasmissione sulla Bandabardò, - figata – mi dico, e inizio a scongelare il pane. Ma non era una pubblicità, la trasmissione è in onda ora! Corro in salotto e litigo con il videoregistratore (non vorrei mai cancellare l’intervista di Fazio a Scamarcio). Partito. Ancora davanti alla tele in salotto, tutta eccitata, dico “Sai Milly, dovresti proprio vederla la Banda, ti piacerebbe”. Resto pietrificata. Quanto tempo era che non pronunciavo quel nome? mesi?, no. Anni. In un attimo mi è tutto chiaro, tutto in frantumi. È un altro cazzo di sogno. Mi volto, lei sta cucinando. “E’ un sogno! Un’altro fottutissimo sogno!” non riesco a ripetere altro, mentre tanti lacrimoni mi scendono sul viso.
In cucina, ora, oltre a mia madre ci sono anche un bambino di circa 6 anni, una ragazzina e una donna. Io continuo a sbraitare in preda ad un probabile attacco isterico. Lei, mia madre, non mi sente, ma gli altri sì. Il bambino mi guarda compassionevole, mentre le altre due persone hanno impressa sul viso un’espressione a metà fra la pena e la vergogna. La donna mi dice di stare calma, mentre l’immagina di mia madre diventa sempre meno nitida.
E’ difficile rendersi conto di essere dentro un sogno, anche perchè la situazione sembra così reale. Ma è un sogno, lo so. Così mi dico “ora pianto un casino, tanto è un sogno”. Afferro ogni cosa che mi capita in mano e la lancio verso qualsiasi altra cosa che si possa rompere, dopo pochi secondi ci sono vetri ovunque, me li sento anche sulla pelle. Ho distrutto tutto. La donna mi ripete di star calma, io continuo. L’immagine di mia madre, ancora intenta a cucinare, svanisce. Mi sveglio.

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